Coordinazione Genitoriale: un intervento strutturato per la tutela del minore in contesti di alta conflittualità
Il concetto di coordinazione genitoriale risale ai primi anni 90 del secolo scorso, in particolare si iniziò a riflettere sull'opportunità di elaborare un metodo strutturato in grado di tutelare i figli dall'impatto negativo di un'esposizione continuativa a conflitti genitoriali intensi e prolungati.
La coordinazione genitoriale è un intervento specialistico rivolto a genitori che si trovano in una condizione di conflitto elevato e persistente, in particolare laddove tale conflittualità compromette la possibilità di una gestione condivisa e funzionale della genitorialità. L'obiettivo principale di questo approccio è preservare il benessere psico-emotivo dei minori, riducendo la loro esposizione diretta e indiretta a dinamiche relazionali disfunzionali tra gli adulti di riferimento.
In quali casi si ricorre alla coordinazione genitoriale?
La coordinazione genitoriale è indicata nei casi in cui:
il conflitto tra i genitori è cronico, frequente e disfunzionale;
la comunicazione risulta inefficace, interrotta o esclusivamente conflittuale;
gli accordi legali sull'affidamento o sull'organizzazione della vita dei figli sono disattesi, mal interpretati o continuamente rinegoziati;
i minori sono coinvolti direttamente nel conflitto (in forma attiva o passiva).
In alcuni contesti, la coordinazione può essere disposta dall'autorità giudiziaria quale misura integrativa e protettiva, oppure intrapresa volontariamente dai genitori su suggerimento di consulenti o professionisti della salute e dell'educazione.
Il ruolo del coordinatore genitoriale
Il coordinatore genitoriale è una figura terza, imparziale, con competenze multidisciplinari in ambito giuridico, educativo o psicologico, che si occupa di facilitare l'attuazione delle decisioni genitoriali, monitorare il rispetto degli accordi e promuovere modalità comunicative più funzionali.
Debra Karter, psicologa statunitense riconosciuta a livello internazionale come una delle pioniere della coordinazione genitoriale, ha definito questa metodologia come un intervento non terapeutico e non finalizzato alla riconciliazione, bensì al contenimento del conflitto e alla protezione del minore.
Le funzioni del coordinatore genitoriale possono essere:
facilitare la comunicazione tra le parti, mantenendola centrata sugli aspetti organizzativi e decisionali;
favorire la costruzione di routine coerenti e stabili per i figli, anche in contesti di doppio domicilio;
accompagnare i genitori nella ridefinizione dei loro ruoli alla luce della crisi familiare;
verificare l'attuazione degli accordi esistenti, anche in relazione ai provvedimenti del giudice;
supportare i genitori nella definizione di scelte educative coerenti.
La coordinazione genitoriale rappresenta oggi uno strumento essenziale per la gestione operativa dei conflitti familiari ad alta intensità, offrendo un contenitore protetto, strutturato e orientato all'azione, capace di favorire la continuità educativa e affettiva tra genitori e figli.
Non richiede un'intesa affettiva né una relazione personale armoniosa tra le parti, ma si fonda sul riconoscimento reciproco del proprio ruolo di genitore e sul principio di co-genitorialità, che pone il benessere del figlio al centro delle scelte educative e organizzative. È un percorso che valorizza ciò che i genitori possono ancora fare insieme, al fine di garantire ai figli stabilità, coerenza e protezione.
Bibliografia:
-Karter, D. (2014). Parenting Coordination: A Practical Guide for Family Law Professionals. Washington, DC: American Psychological Association.
-Pocar, V. (2012). Il principio della bi-genitorialità e la tutela del minore nei procedimenti di separazione e divorzio. In: Minori e Giustizia, 1, pp. 7-18
-Sullivan, M. J. (2008). Coparenting and the parenting coordination process. Journal of Child Custody, 5(1–2), 4–24