Costruire ponti: la forza della relazione tra adulto e adolescente

22.09.2025

Nel delicato passaggio dall'infanzia all'età adulta, l'adolescente vive una fase di profondo mutamento, contraddistinta da ricerca di identità, bisogno di autonomia e desiderio di essere ascoltato. L'adulto che sceglie di accompagnarlo in questo percorso deve interrogarsi sul proprio ruolo educativo e sulla qualità della relazione che è in grado di costruire. In questo contesto si inserisce una riflessione significativa del filosofo dell'educazione Claudio Bucciarelli:

«L'adulto, che vuole entrare in relazione seria con gli adolescenti, deve aprire, dentro di sé, zone di vulnerabilità».

Questa frase racchiude il cuore di una relazione educativa autentica: l'adulto, per incontrare davvero l'adolescente, deve accettare di mettersi in gioco, aprendo spazi interiori di ascolto, dubbio, disponibilità e cambiamento. L'adulto che desidera instaurare un rapporto significativo con un adolescente deve essere disposto non solo a sostenerlo, ma anche a lasciarsi trasformare dall'incontro. Accogliere un adolescente significa riconoscere che ognuno porta con sé una propria unicità e che ogni relazione educativa è una strada a doppio senso.

La società adulta tende a oscillare tra due visioni opposte dell'adolescenza: da un lato, prova timore verso l'imprevedibilità con cui l'adolescente si confronta con il mondo; dall'altro, invidia la spensieratezza e la libertà che caratterizzano questa età. Questa polarizzazione genera spesso una frattura tra generazioni. 

Gli adolescenti percepiscono l'adulto come distante, distratto, incapace di cogliere i loro bisogni più autentici. Gli adulti, a loro volta, faticano a riconoscere nei giovani interlocutori credibili e degni di fiducia.

L'alleanza educativa tra adulto responsabile e adolescente si configura come una vera e propria relazione d'aiuto, in cui l'adulto offre stabilità, sicurezza e fiducia. Essa si basa su quattro elementi essenziali:

  • Progettualità: costruire insieme visioni a breve, medio e lungo termine.
  • Equilibrio tra autorità e libertà: riconoscere che l'autonomia dell'adolescente ha bisogno di confini per non smarrirsi. Autorità e libertà sono una "antinomia apparente": in realtà, sono profondamente interconnesse. L'adolescente reclama autonomia, ma cerca approvazione e guida. 
  • Valorizzazione della persona: riconoscere e potenziare l'unicità del giovane.
  • Passaggio dall'educazione all'autoeducazione: l'obiettivo non è "formare" un adolescente secondo un modello, ma accompagnarlo perché possa diventare autore del proprio percorso.

E' importante riattivare uno sguardo educativo che non si fermi ai comportamenti, ma che sappia cogliere il bisogno profondo di riconoscimento, di presenza, di orientamento che ogni adolescente porta con sé. L'adolescente non cerca un adulto perfetto, ma un adulto autentico, capace di esserci, anche nella propria imperfezione.

La differenza tra controllo e alleanza è sottile ma radicale: il controllo si esercita su qualcuno, l'alleanza si costruisce con qualcuno.

  • Il controllo si basa su direttive e aspettative imposte;
  •  l'alleanza si fonda su fiducia, dialogo e corresponsabilità.

Controllare può produrre conformità, ma raramente genera consapevolezza o crescita. L'alleanza, invece, apre spazi di significato, favorisce autonomia, sviluppa senso critico e fiducia in sé. In questo senso, la vera educazione non è mai addestramento o modellamento, ma accompagnamento e co-costruzione.


Bibliografia:

- Bucciarelli, C. (2020). L'educazione è cosa seria. Dialoghi tra pedagogia e filosofia. Brescia: Scholé

-Mancuso, V. (2011). La vita autentica. Milano: Garzanti

-Siegel, D. J. (2014). La mente adolescente. Come comprendere e valorizzare il cervello in crescita. Milano: Raffaello Cortina Editore