Oltre la separazione: restare genitori, insieme

05.09.2025

Nel percorso di crescita di un figlio, la presenza e il coinvolgimento di entrambi i genitori rappresentano una risorsa fondamentale. Anche quando la relazione di coppia si interrompe, il ruolo genitoriale non viene meno: continua sotto una forma diversa, che richiede nuove modalità comunicative e organizzative. Questo tipo di collaborazione prende il nome di co-genitorialità

È importante distinguere tra la relazione di coppia, che può interrompersi, e la relazione genitoriale, che continua a esistere e ad avere un impatto significativo sulla crescita del minore.

Nel contesto post-separativo, la relazione tra genitori può manifestarsi:

  • in modo diretto, attraverso gli scambi e le interazioni visibili tra ex partner alla presenza del figlio;

  • in modo indiretto, quando un genitore si riferisce all'altro nella comunicazione con il figlio (es. commenti, valorizzazioni o critiche, riferimenti impliciti).

Queste modalità comunicative contribuiscono a costruire l'immagine che il figlio ha della propria famiglia e della relazione tra i genitori.

Il termine co-genitorialità si riferisce alla capacità dei genitori di collaborare nella cura, educazione e gestione dei figli, indipendentemente dalla relazione affettiva che li lega o li ha legati.
È una dimensione autonoma rispetto alla coppia, che può e deve essere mantenuta anche in seguito a una separazione o un divorzio. 

La co-genitorialità implica:

  • il rispetto reciproco nel ruolo genitoriale;

  • la condivisione delle responsabilità educative;

  • la capacità di prendere decisioni concertate nell'interesse del figlio o della figlia

La co-genitorialità può assumere forme differenti, a seconda del livello di comunicazione, del grado di conflittualità e delle risorse presenti. Di seguito una sintesi dei quattro principali modelli osservabili:

Co-genitorialità cooperativa

I genitori mantengono un dialogo rispettoso e funzionale, si confrontano sulle scelte educative e collaborano per garantire stabilità e continuità al figlio.
Si impegnano a proteggerlo dai conflitti e a sostenere reciprocamente la funzione dell'altro.

Co-genitorialità disimpegnata

I due genitori vengono sollevati dal confronto diretto e dal rischio di riattivare dinamiche conflittuali, poiché la comunicazione autonoma viene ridotta al minimo indispensabile.
Quando necessario, può essere previsto l'intervento di un professionista che svolga un ruolo di garanzia e regolazione del rapporto. In questo modo la relazione genitoriale viene regolata mediante un'organizzazione chiara e strutturata, finalizzata a contenere il conflitto e a garantire un quadro educativo solido e coerente per i figli.

Co-genitorialità parallela

Ciascun genitore conduce in autonomia la propria relazione con il figlio, senza coordinazione o comunicazione significativa con l'altro. Le regole, i tempi e gli stili educativi possono risultare molto differenti tra le due case, e spesso sono organizzati in modo formale e rigido. Oltre alla gestione indipendente, questo modello si caratterizza per la  distanza affettiva che i genitori mantengono reciprocamente, evitando interazioni che possano causare tensione. La relazione genitoriale si svolge quindi in due ambiti distinti ma paralleli. 

Co-genitorialità mista

Modalità relazionale caratterizzata da un grado di collaborazione variabile tra i genitori, che può risultare efficace in alcuni ambiti della vita del minore (ad esempio la gestione scolastica o sanitaria), ma presentare maggiori criticità in altri contesti, quali il tempo libero, le festività o le vacanze.  In questo caso è significativo valorizzare le aree in cui è presente un buon livello di accordo, incoraggiando una collaborazione costruttiva nei contesti in cui essa risulta possibile e funzionale; nel contempo risulta importante agire in modo consapevole e specifico nei contesti in cui la cooperazione tra i genitori risulta particolarmente problematica, senza lasciare che le tensioni influenzino negativamente anche gli ambiti in cui il dialogo è ancora possibile. 


Il mantenimento di una relazione collaborativa e funzionale nell'esercizio del ruolo genitoriale, ponendo al centro i bisogni evolutivi del figlio anche quando la relazione di coppia non è più attiva, ha effetti positivi sul benessere del bambino o della bambina.

In particolare contribuisce a:

  • rafforzare il suo senso di sicurezza e stabilità;

  • evitare che il figlio si senta diviso tra due mondi familiari;

  • garantire continuità affettiva ed educativa.

Essere co-genitori significa molto più che suddividere compiti o prendere decisioni condivise: significa continuare a essere una guida stabile, una presenza significativa e affidabile nella vita del proprio figlio, anche quando l'assetto familiare si è trasformato.
In un contesto di separazione o conflitto, la vera sfida non è solo riorganizzare la quotidianità, ma preservare la continuità del legame genitoriale, dimostrando che l'amore, la cura e la responsabilità verso il figlio non dipendono dalla relazione tra gli adulti, ma dalla volontà di accompagnarlo nella crescita, con coerenza, rispetto reciproco e attenzione ai suoi bisogni.

In questo senso, essere co-genitori significa saper mettere da parte ciò che divide, per custodire ciò che unisce: il benessere del proprio figlio.


Bibliografia:

-Cavalli, G., & Bombardieri, M. (2019). Genitorialità creativa. Roma: Carocci Editore;

-Cigoli, V. (1998). Psicologia della separazione e del divorzio. Milano: Raffaello Cortina Editore;

-Oliverio Ferraris, A. (2015). Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori. Milano: Franco Angeli.

-Zini, P. (2017). Divorzio e co-genitorialità: accompagnamento educativo per genitori divorziati. Rivista di Psicologia Clinica, 4(2), 123-135