Oltre la separazione: restare genitori, insieme
Nel percorso di crescita di un figlio, la presenza e il coinvolgimento di entrambi i genitori rappresentano una risorsa fondamentale. Anche quando la relazione di coppia si interrompe, il ruolo genitoriale non viene meno: continua sotto una forma diversa, che richiede nuove modalità comunicative e organizzative. Questo tipo di collaborazione prende il nome di co-genitorialità.
È importante distinguere tra la relazione di coppia, che può interrompersi, e la relazione genitoriale, che continua a esistere e ad avere un impatto significativo sulla crescita del minore.
Nel contesto post-separativo, la relazione tra genitori può manifestarsi:
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in modo diretto, attraverso gli scambi e le interazioni visibili tra ex partner alla presenza del figlio;
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in modo indiretto, quando un genitore si riferisce all'altro nella comunicazione con il figlio (es. commenti, valorizzazioni o critiche, riferimenti impliciti).
Queste modalità comunicative contribuiscono a costruire l'immagine che il figlio ha della propria famiglia e della relazione tra i genitori.
Il termine co-genitorialità si riferisce alla capacità dei genitori di collaborare nella cura, educazione e gestione dei figli, indipendentemente dalla relazione affettiva che li lega o li ha legati.
È una dimensione autonoma rispetto alla coppia, che può e deve essere mantenuta anche in seguito a una separazione o un divorzio.
La co-genitorialità implica:
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il rispetto reciproco nel ruolo genitoriale;
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la condivisione delle responsabilità educative;
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la capacità di prendere decisioni concertate nell'interesse del figlio o della figlia
La co-genitorialità può assumere forme differenti, a seconda del livello di comunicazione, del grado di conflittualità e delle risorse presenti. Di seguito una sintesi dei quattro principali modelli osservabili:
Co-genitorialità cooperativaI genitori mantengono un dialogo rispettoso e funzionale, si confrontano sulle scelte educative e collaborano per garantire stabilità e continuità al figlio.
Si impegnano a proteggerlo dai conflitti e a sostenere reciprocamente la funzione dell'altro.
Co-genitorialità disimpegnata
I due genitori vengono sollevati dal confronto diretto e dal rischio di riattivare dinamiche conflittuali, poiché la comunicazione autonoma viene ridotta al minimo indispensabile.
Quando necessario, può essere previsto l'intervento di un professionista che svolga un ruolo di garanzia e regolazione del rapporto. In questo modo la relazione genitoriale viene regolata mediante un'organizzazione chiara e strutturata, finalizzata a contenere il conflitto e a garantire un quadro educativo solido e coerente per i figli.
Co-genitorialità parallela
Ciascun genitore conduce in autonomia la propria relazione con il figlio, senza coordinazione o comunicazione significativa con l'altro. Le regole, i tempi e gli stili educativi possono risultare molto differenti tra le due case, e spesso sono organizzati in modo formale e rigido. Oltre alla gestione indipendente, questo modello si caratterizza per la distanza affettiva che i genitori mantengono reciprocamente, evitando interazioni che possano causare tensione. La relazione genitoriale si svolge quindi in due ambiti distinti ma paralleli.
Co-genitorialità mista
Modalità relazionale caratterizzata da un grado di collaborazione variabile tra i genitori, che può risultare efficace in alcuni ambiti della vita del minore (ad esempio la gestione scolastica o sanitaria), ma presentare maggiori criticità in altri contesti, quali il tempo libero, le festività o le vacanze. In questo caso è significativo valorizzare le aree in cui è presente un buon livello di accordo, incoraggiando una collaborazione costruttiva nei contesti in cui essa risulta possibile e funzionale; nel contempo risulta importante agire in modo consapevole e specifico nei contesti in cui la cooperazione tra i genitori risulta particolarmente problematica, senza lasciare che le tensioni influenzino negativamente anche gli ambiti in cui il dialogo è ancora possibile.
Il mantenimento di una relazione collaborativa e funzionale nell'esercizio del ruolo genitoriale, ponendo al centro i bisogni evolutivi del figlio anche quando la relazione di coppia non è più attiva, ha effetti positivi sul benessere del bambino o della bambina.
In particolare contribuisce a:
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rafforzare il suo senso di sicurezza e stabilità;
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evitare che il figlio si senta diviso tra due mondi familiari;
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garantire continuità affettiva ed educativa.
Essere co-genitori significa molto più che suddividere compiti o prendere decisioni condivise: significa continuare a essere una guida stabile, una presenza significativa e affidabile nella vita del proprio figlio, anche quando l'assetto familiare si è trasformato.
In un contesto di separazione o conflitto, la vera sfida non è solo riorganizzare la quotidianità, ma preservare la continuità del legame genitoriale, dimostrando che l'amore, la cura e la responsabilità verso il figlio non dipendono dalla relazione tra gli adulti, ma dalla volontà di accompagnarlo nella crescita, con coerenza, rispetto reciproco e attenzione ai suoi bisogni.
In questo senso, essere co-genitori significa saper mettere da parte ciò che divide, per custodire ciò che unisce: il benessere del proprio figlio.
Bibliografia:
-Cavalli, G., & Bombardieri, M. (2019). Genitorialità creativa. Roma: Carocci Editore;
-Cigoli, V. (1998). Psicologia della separazione e del divorzio. Milano: Raffaello Cortina Editore;
-Oliverio Ferraris, A. (2015). Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori. Milano: Franco Angeli.
-Zini, P. (2017). Divorzio e co-genitorialità: accompagnamento educativo per genitori divorziati. Rivista di Psicologia Clinica, 4(2), 123-135